Cerca nel blog

domenica 14 dicembre 2014

Psicologia sociale: l'interazione all'interno dei gruppi

Al contrario da quello che ritenevano i sociologi dell'800, gli psicologi sociali ritiengono che gli individui non rinuncino alla loro autonomia in favore del gruppo, ma che questo influenzi i comportamenti individuali in maniera cospicua.

La facilitazione sociale

Zajonc nel 1965 propone la teoria della facilitazione sociale che prevede che la presenza di altri agisca da attivatore fisiologico che attiva e migliora le prestazione in compiti ritenuti semplici e inibisce e peggiora le prestazioni in compiti ritenuti difficili. L'attivazione fisiologica è dovuta al timore della valutazione e dall'effetto distrazione.
In ogni modo questi effetti si dimostrano differenti da individuo a individuo e poi il comportamento che avrà con probabilità il successo sarà quello più accessibile.
Per il timore della valutazione in causa appare il nostro desiderio di essere reputati simpatici e stimabili, questo incide sull'autostima.
L'effetto distrazione ci spinge a pensare agli altri sviando l'attenzione verso il compito.

Interazione e interdipendenza

I gruppi possono essere primari, come famiglia e amici, o secondari, come l'ambiente di lavoro. In entrambi i contesti si forma un'interdipendenza che può essere un'interdipendenza sociale quando si traggono stati d'animo positivi nell'appartenza nonché ricompense sociali ed emozionali, come rispetto, altruismo e identità sociale positiva, e un'interdipendenza nel compito che prevede il successo del compito del gruppo con l'impegno di tutti i membri.
Ogni gruppo per mantenere livelli di produttività elevata deve gestire entrambi i tipi di interdipendenza.

Gli stadi di formazione del gruppo

I gruppi passano attraverso 5 fasi, alcuni solo in alcune altri più volte le stesse:

Formazione
I membri si uniscono e cercano di conoscersi meglio in modo di adattarsi. Vi è un'intensa concentrazione sul leader.

Conflitto
I membri si accorgono di divergere su obiettivi e priorità e si deve risolvere il disaccordo per garantire l'interdipendenza.
Si formano maggioranza e minoranza.

Evoluzione
Se il conflitto ha termine subentra una fase di armonia e unità dovute al consenso e alla coesione.

Esecuzione del compito
Una volta che il gruppo di riferimento durante il conflitto ha creato idee di ottima qualità con la funzione informativa e norme accettate con la funzione normativa si passa alla fase esecutiva.

Conclusione e sciogliemento
A termine del compito il gruppo può sciogliersi. Quando la coesione e l'interazioni sono particolarmente intense l'impatto psicologico è quello della chiusura di un rapporto affettivo e può lasciare dolore e solitudine. Gli individui cercano di ridurre la coesione e cercando nuovi gruppi.

Le forme di interdipendenza nel compito

Quando un compito è eseguito da più persone può essere:
compito additivo: la prestazione del gruppo è la somma delle prestazione degli individui (tiro alla fune),
compito disgiunto: la prestazione del gruppo è la prestazione dell'individuo migliore (creatività pubblicitaria),
compito congiunto: la prestazione del gruppo è la prestazione dell'indiviuo peggiore (scalatori di montagna).

Nella maggio parte dei casi però si ha che fare con compiti complessi che presentano contemporaneamente più forme di interdipendenza.

Il calo delle prestazioni


Il calo della motivazione

E' stato riscontrato che in gruppo la prestazione individuale diminuisce a causa dell'inerzia sociale, cioè la tendenza a impegnarsi meno in un compito quando si è in un gruppo. Nelle culture collettivistiche questo fenomeno è meno frequente.

Il calo dovuto ad una coordinazione mediocre

Gli individui, anche se si impegnano al massimo, potrebbero non comprendere cosa fare se non vengono assegnati ruoli e un chiaro senso delle proprie risorse causando la competizione per lo status e le risorse.

Il rimedio ai cali di prestazione

Le aziende cercano di raggiungere alta motivazione e ottima coordinazione incentivando una "cultura aziendale": ossia l'insieme delle norme e credenze condivise dall'organizzazione. Questo permette agli individui di avere un'identità sociale.
L'accettazione della cultura aziendale porta alla coesione del gruppo e incoraggia la cooperazione invece che la competizione, cioè attrae e trattiene gli individui di valore.

La leadership


La leadership è il processo con cui ad uno o più componenti viene permesso di influenzare e motivare altri componenti per aiutarli a conseguire gli obiettivi. Il gruppo permette al leader di esercitare il suo potere, solo in quel caso la sua autorità è legittimata.

Le funzioni della leadership sono a) focalizzate sulle decisioni da prendere, criticare le prestazioni mediocri e coordinare le attività (leader nel compito); ed accrescere la coesione del gruppo, placare gli animi, incoraggiare le partecipazioni (leader socio-emotivo).

Studi dimostrano che un leader ottimo in un contesto può essere disastroso in un altro. Fiedler (1964) propone il modello della contingenza della leadership: affinché la funzione di leadership sia massima questa deve adattarsi a quanto richiesto dalla situazione (teorema di corrispondenza).

Lo stereotipo del leader fa sì che superficialmente sia scelto come leader chi parla di più, chi è più alto o vecchio, chi siede a capotavola. Tutte caratteristiche che si stagliano bene sul profilo dei maschi, ma pare che le donne siano migliori nel creare affiliazione e coesione e ottengono stessi punteggi nelle prestazioni di molti compiti.

Il sociologo Max Weber descrisse il leader carismatico che ispira ai propri seguaci devozione estrema e identificazione emotiva.  Bass (1997) propone la figura del leader trasformazionale: sicuro di sé e determinato, nonché entusiasta ed abile comunicatore. Che offre una visione ottimistica del futuro mettendo in dubbio vecchi assunti e pone l'accento alla dedizione agli obiettivi. Questo leader influisce sull'esistenza degli altri garandendo soddisfazione e simpatia, rispetto e ammirazione.

La comunicazione

Lo strumento più prezioso del leader per ottenere i risultati e mantenere la coesione è la comunicazione.
L'efficacia della comunicazione dipende fortemente dalle sue reti di comunicazione e quindi dal modello di comunicazione.
Nelle reti di comunicazioni centralizzate al centro delle decisione c'è un'unica persona o gruppo, questo modello è efficace quando si tratta di risolvere in fretta problemi semplici.
In caso di gestione di una maggior mole di informazioni si ricorre a reti di comunicazione decentralizzate, in cui l'informazione viene diffusa a tutti i capi della rete.

Nessun commento:

Posta un commento